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mercoledì 01 febbraio 2012 22:33

Le Cooperative di comunità un esperienza da approfondire

L’esperienza delle cooperative di comunità sta suscitando sempre più interesse nel mondo della cooperazione e non solo. Queste cooperative nascono per mantenere la presenza della comunità e per sviluppare lavoro anche nei territori più marginali, dove fare impresa è sempre più difficile.

Con il passare del tempo anche le Pubbliche Amministrazioni stanno comprendendo che questa nuova impostazione cooperativistica può facilmente adattarsi e  rispondere ai bisogni dei cittadini (es.: trasporti, approvvigionamento di generi alimentari, servizi sociali e assistenziali), specialmente in quelle località dove  i tagli alle risorse a disposizione delle istituzioni locali si fanno maggiormente sentire.

I casi ormai diffusi in molte località italiane,  mostrano, non solo la validità dell’iniziativa, ma soprattutto come la società civile, attraverso il modello cooperativo,    possa rappresentare una risposta efficace, alla carenza di servizi pubblici necessari alla sopravvivenza di piccole realtà locali. Tutela del territorio, occupazione, innovazione e sostenibilità.

Queste Cooperative si propongono di promuovere e valorizzare servizi ed assistenza che le amministrazioni e l’imprenditoria ordinaria non sono capaci di fornire per l’esistenza di comunità di persone di vario tipo. Ai cittadini viene dunque data l’opportunità di organizzarsi per risolvere problemi propri e della collettività. La cooperativa nasce come impresa, ha un fine economico, ma trova le proprie radici nella volontà delle persone di unire sforzi e capacità per soddisfare bisogni ed esigenze comuni. I concetti di solidarietà, cooperazione, mutualità e sussidiarietà sono talmente radicati in tali gruppi che il raggiungimento dell’utile economico passa in secondo piano.

Possiamo quindi  definire le cooperative  di comunità quali  organizzazioni che operano nei sistemi di protezione sociale   che incrementano la coesione sociale attraverso processi di inclusione e sviluppo locale. Sono contraddistinte da un approccio che riconosce il carattere multidimensionale ed evolutivo dei bisogni e quindi la necessità di rispondervi attraendo e combinando risorse di natura diversa, grazie anche al coinvolgimento e l’integrazione in rete di altri soggetti comunitari e istituzionali.

I bisogni a cui queste cooperative possono rispondere sono molteplici: il lavoro per i giovani, i servizi socio-sanitari, i servizi scolastici, i servizi commerciali (bar, negozi, carburanti), le comunicazioni (posta, telefonia, banda larga), i servizi ambientali, l’animazione culturale, le energie rinnovabili. Sono cooperative inoltre che possono sviluppare la valorizzazione turistica (si pensi solo al turismo di comunità), al recupero dei beni ambientali e monumentali, delle produzioni tradizionali (agricole, pastorali, artigianali) e tradizioni culturali, e dei borghi in senso più generale.

Le prime esperienze delle cooperative di comunità sono state  quelle  di Succiso, Cerreto Alpi di  Sologno e di Civago e dimostrano che il modello risulta lo strumento più appropriato, perché le cooperative, per loro stessa natura, sono associazioni autonome di individui che si uniscono volontariamente per soddisfare i propri bisogni economici, sociali o culturali.

Il modello cooperativo risulta, quindi, ancora una volta,  lo strumento più appropriato, perché le cooperative, per loro stessa natura, sono associazioni autonome di individui che si uniscono volontariamente per soddisfare i propri bisogni economici, sociali o culturali.